SISTEMI FAMIGLIARI
- Dr. Vito Leone

- 28 mar 2020
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 9 apr 2020
Costituzione e sopravvivenza di una famiglia al giorno d'oggi
"il tutto è maggiore della somma delle parti" (Aristotele, 361 a.C.)
La famiglia è un sistema, cioè un gruppo definito di persone che come caratteristica fondamentale hanno quella di interagire reciprocamente, esercitando tra loro una reciproca influenza negli atteggiamenti, nei comportamenti, nelle decisioni che ognuno sceglie di adottare.

La prima e più importante definizione è quella di SISTEMA.
La famiglia è un sistema, cioè un gruppo definito di elementi, in questo caso persone, che come caratteristica fondamentale hanno quella di interagire reciprocamente, esercitando tra loro una reciproca influenza negli atteggiamenti, nei comportamenti, nelle decisioni che ognuno sceglie di adottare.
Il legame che esiste tra i componenti di una famiglia è di tipo affettivo e le relazioni che vi si sviluppano sono comprese in un continuum che va dalla completa dipendenza alla completa indipendenza. In seguito vedremo che la famosa virtù che sta nel mezzo si chiama “inter-dipendenza”.
Un esempio di sistema, facile da intuire, sono gli stormi in volo. Risulterebbe incomprensibile comprendere il volo di uno stormo osservando il comportamento individuale di un singolo uccello. Ognuno dei volatili che costituisce lo stormo interagisce con gli altri vicini, producendo un sistema che si muove in modo ordinato, adattandosi ai mutamenti esterni. A livello microscopico ognuno agisce liberamente, ma a livello macroscopico è forte l’influenza esercitata dal sistema di appartenenza. Immaginiamo che un uccellino decidesse di non seguire il suo stormo e di essere completamente autonomo.. certo sarebbe possibile, ma dove andrebbe, e quanto sopravvivrebbe?!?
Allo stesso modo nelle famiglie ogni componente è un individuo che ha la capacità di fare dei movimenti autonomi ed allo stesso tempo si muove coordinatamente con la famiglia di appartenenza.
Bene, dunque possiamo chiederci, a quale famiglia apparteniamo?
Quando parliamo di famiglia, a chi facciamo implicitamente riferimento?
Fino ai primi del ‘900 in occidente e come tutt’ora in alcune società persiste, il modello dominante era la Famiglia Estesa (FE), in cui l’idea di famiglia si estendeva alla compresenza di nonni, zii, ed in alcuni casi anche servitù. In questo caso si parla più di un "gruppo domestico" che in comune può non avere necessariamente legami di sangue o di alleanza, bensì la residenzialità.
Successivamente, grazie al benessere, si è potuta decentrare la residenza dei sottosistemi che costituivano le famiglie estese a tal punto che nel nostro modello di società occidentale è ormai diffuso il modello di Famiglia Nucleare (FN), cioè quella costituita da madre, padre e figli.
E come si costituiscono oggi le famiglie?
Donne e uomini, rispettivamente figli dei propri genitori, si incontrano in una relazione affettiva più o meno stabile. Nel momento in cui vengono a delinearsi e soddisfarsi particolari condizioni affettive, economiche, organizzative… gli individui coinvolti tenderanno ad uscire dalla loro Famiglia d’Origine (FO) andando a costituire il primo nucleo per la creazione di una nuova FN.
Come abbiamo detto: “donne e uomini, rispettivamente figli dei propri genitori”, cioè persone che originariamente appartenevano ad un sistema familiare con cui interagivano e continueranno ad interagire.
Dunque, come questa interazione sistemica influenza la costituzione e la sopravvivenza delle nuove FN? Per poter rispondere a questa domanda dobbiamo farci prima un’idea delle più comuni distinzioni tra diversi tipi di famiglia ad oggi delineate:
- Già Minuchin (1974) parlava di famiglie Invischianti e di famiglie Disimpegnate, riferendosi al tipo di funzionamento dei confini esistenti tra i sottosistemi. Per sottosistemi si intendono i raggruppamenti che gli individui della famiglia possono costituire ed i loro relativi livelli gerarchici (coniugale, genitoriale, filiale, fratria).
- Stierlin (1974) introduce il concetto di forze centripete e centrifughe all’interno delle famiglie, che tendono ad attrarre o ad allontanare i membri costituenti.
- Olson, Sprenkle, Russel (1985) espongono concetti relativi alla Coesione Familiare. Il loro modello è costituito da due principali componenti, il legame reciproco tra i membro della stessa famiglia e il grado di autonomia individuale che la persona sperimenta nel sistema familiare. Riprendendo i concetti di Minuchin affermano che: […] “All'estremo dell'alta coesione familiare, l'invischiamento, c'è una iperidentificazione con la famiglia che si esprime con un legame coesivo e limita l'autonomia individuale. L'estremo limite inferiore, disimpegno, è caratterizzato da un basso legame e da una alta autonomia dalla famiglia”. […]
Un contributo fondamentale per rispondere alla domanda che ci siamo poc’anzi posti viene apportato da Alfredo Canevaro (1982) che sottolinea come tutti questi autori definiscono lo stile della FN senza prendere in considerazione le FO. Confinando l’osservazione esclusivamente all’interno della FN non è possibile inquadrare correttamente le funzioni e le disfunzioni familiari perché non vengono rilevate le interazioni e le influenze che rimangono presenti con le rispettive FO dei 2 coniugi anche dopo la costituzione della nuova FN.
L’unione di un uomo e di una donna in realtà unisce non solo 2 persone, bensì le 2 FO, le quali interagiscono tra loro attraverso il vincolo che la coppia costituisce. Contemporaneamente ognuno dei coniugi della costituente FN è più o meno rigidamente vincolato ai propri genitori (approfondimenti sulla trasmissione intergenerazionale qui).
Questi due vincoli sono essenzialmente differenti, opposti ma allo stesso tempo complementari fra loro. Uno è di tipo biologico, l'altro culturale. Entrambi co-esistono in una relazione inversamente proporzionale. Più il vincolo di alleanza tra i coniugi si consolida creando una serie di regole interne alla FN, più tende ad indebolirsi il vincolo di filiazione che unisce i due coniugi alle rispettive FO. Inversamente, tanto più è forte il legame di filiazione, tanto meno intensa potrà diventare l’alleanza tra i partner.

Figura 14.1 Intersezione degli assi di alleanza e di filiazione. Punto nodale del sistema trigenerazionale.
Canevaro individua Sistemi Familiari Coesivi (SFC) più orientati verso l'interno, l'esterno viene percepito come più minaccioso. I confini tra gli individui non sono netti enfatizzando così i valori di vicinanza e di espressione degli affetti, i figli si staccano relativamente tardi dal nucleo familiare; e Sistemi Familiari Dispersivi (SFD) più indirizzati verso l'esterno. I valori non sono riferiti tanto alla famiglia quanto al mondo sociale. I limiti tra gli individui sono netti e c'è più distanza interpersonale; c'è maggior rifiuto della vicinanza fisica e resistenza all'espressione degli affetti inoltre i figli si staccano relativamente presto dal nucleo familiare.
La diversa combinazione tra questi diversi tipi di sistema familiare produce configurazioni di relazioni coniugali diverse:
1. Partner entrambi provenienti da SFC - tra loro molto simili per valori familiari, classe sociale, religione, educazione, livello culturale… La dipendenza dei due coniugi dalle rispettive famiglie d'origine è molto grande e la relazione tra loro tende ad essere intensa, fragile e inversamente proporzionale alla vicinanza con la FO. L'intensità della relazione può essere molto grande soprattutto per quanto riguarda l'espressione emozionale dei conflitti, ma il grado di solidarietà della coppia è basso. E’ il tipo di coppia abitualmente chiamata "immatura" e i rischi di separazione e di divorzio sono maggiori che nelle altre configurazioni (Canevaro, 1986).
2. Partner proveniente da SFC + partner proveniente da SFD - la stabilità della relazione di coppia dipende molto dal grado di integrazione del partner che proviene dal sistema dispersivo all’interno del sistema coesivo.
Il partner dispersivo si è staccato molto presto dalla sua FO ed ha stabilito maggiori connessioni con l'esterno. “Apparentemente” gode di maggiore autonomia nelle relazioni sociali. Apparentemente perché in modo implicito desidera relazioni emozionali più strette e si lega ad un SFC perché percepisce questo tipo di famiglie come più "unite".
Se la relazione coniugale e/o quella con la FO del partner diventa disfunzionale, tende ad ritrarsi, si isola a livello emotivo e può sviluppare una patologia psichica. In alternativa può stabilire relazioni iper-compensatorie all’interno della FN triangolando uno dei propri figli, o con l'esterno lavorando eccessivamente (work-addict) o coinvolgendosi in relazioni extraconiugali.
In questo tipo di configurazioni la coppia tende ad una insoddisfazione cronica, "vive separandosi" anche se raramente effettua la separazione (Canevaro, 1986).
3. Partner entrambi provenienti da SFD - Generalmente costituiscono una coppia in cui ciascuno tende a vedere l'altro come padre-marito-fratello o madre-moglie-sorella, cercando di compensare le carenze relazionali con i le rispettiva FO. In questa configurazione il vincolo di alleanza si sovraccarica emotivamente e le frustrazioni sono molto intense, anche se generalmente i coniugi non si separano, data la grande necessità reciproca. Per contrapposizione alla propria FO, tendono a stabilire nella FN un SFC (Canevaro, 1986).
Concludendo, la famiglia è indubbiamente un sistema complesso, ma non nel senso di complicato, complesso cioè costituito da molti fattori i quali moltiplicano esponenzialmente le variabili e le previsioni su come questo sistema funzionerà.
La famiglia è alla base del nostro sistema sociale ed è un’entità tutt’altro che scontata.
Qui ci si è limitati a fornire dei concetti basilari per inquadrare le caratteristiche salienti della famiglia che nel corso di molti decenni sono state individuate e descritte dalle più illuminate menti che studiano il settore della psicoterapia.
Se l’uomo appartiene ad un sistema complesso, anche la soluzione ai suoi problemi sarà una soluzione complessa.
Tutti siamo nati da una famiglia ed in tutti è presente una famiglia.
Conoscerla, riconoscerla, sono i primi passi per prendersene cura.
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Bibliografia tratta da:
BOSZORMENYI-NAGY,I., SPARK,C., Invisibles Loyalties (trad.it. Astrolabio, Roma 1988).
BOWEN,M.,Family Therapy in Clinical Practice, Jason Aronson, New York 1977.
CANEVARO,A.A., “Un modelo de ficha clinica familiar”, Terapia Familiar n. 2, Buenos Aires 1978.
CANEVARO,A.A., “El contexto trigeneracional en terapia familiar”, Terapia Familiar, n. 9:101-118, 1982.
FRAMOJ., Explorations in Marital and Family Therapy, Springer Publishing Co, New York 1982.





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